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Ranitidina

Raniben, Zantac e altri

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Ranitidina?

Carcinoma gastrico: prima di iniziare la terapia con ranitidina escludere la presenza di un eventuale carcinoma gastrico, in quanto la ranitidina, riducendone la sintomatologia, rende più difficoltosa l’identificazione della neoplasia.

Porfiria: sebbene secondo il produttore, sulla base di alcune segnalazioni episodiche, la ranitidina non dovrebbe essere raccomandata in caso di porfiria perchè potrebbe favorire la comparsa di attacchi di porfiria acuta, il Norwegian Porphyria Centre (Napos) ha classificato la ranitidina come “probabilmente non porfirinogenica“. In genere i farmaci che tendono a causare o esacerbare la porfiria sono quelli che inducono gli enzimi del citocromo epatico P450; la ranitidina possiede minima attività di inibizione e nulla attività di induzione sugli enzimi citocromiali (Anderson et al., 2005).

Insufficienza epatica: somministrare con cautela la ranitidina in pazienti affetti da epatite, o con ridotta o alterata funzionalità epatica per il possibile accumulo del farmaco nell’organismo. In due pazienti con grave epatopatia (epatite indotta da ketoconazolo e cirrosi correlata a epatite C) la somministrazione di ranitidina è stata associata a comparsa di sindrome di Stevens-Johnson (Lin et al., 2001).

Insufficienza renale: ridurre il dosaggio di ranitidina in caso di pazienti con insufficienza renale (Clcr < 50 ml/min); in alternativa aumentare l’intervallo fra le somministrazioni. Nei pazienti sottoposti a dialisi peritoneale ambulatoriale, la ranitidina deve essere somministrata dopo la seduta dialitica.

Rischio cardiaco: l’infusione endovena rapida di ranitidina può provocare bradicardia soprattutto in caso di pazienti che presentano predisposizione verso l’alterazione del ritmo cardiaco.

Sindrome di Zollinger-Ellison: l’ipergastrinemia indotta dall’inibizione della secrezione acida può indurre iperplasia delle cellule enterocromaffini: effettuare controlli endoscopici frequenti, in particolare durante la terapia della sindrome di Zollinger-Ellison.

Antiacidi: si consiglia di somministrare ranitidina e antiacidi con almeno un intervallo di 2 ore. Gli antiacidi contenenti alluminio e magnesio idrossido riducono di circa un quarto l’assorbimento della ranitidina quando somministrati insieme. L’interazione è considerata statisticamente significativa (Bachmann et al., 1994).

Antimicotici: In caso di associazione ranitidina-antimicotico, preferire l’impiego di fluconazolo a quello di ketoconazolo. La ranitidina quando somministrata 2 ore prima di ketoconazolo ha determinato una riduzione della biodisponibilità dell’antimicotico correlata all’aumento progressivo dell’alcalinità a livello gastrico (Piscitelli et al., 1991). Il ketoconazolo, a sua volta, aumenta l’assorbimento della ranitidina a livello del tratto gastrointestinale, probabilmente attraverso un meccanismo che vede coinvolto il sistema di trasporto della glicoproteina-P (la ranitidina è substrato della glicoproteina-P) (Machavaram et al., 2006).

Cefuroxime: poichè la co-somministrazione con ranitidina riduce l’AUC della cefalosporina di circa il 40%, potrebbe verificarsi, in linea teorica, una perdita di efficacia antibatterica.

Nifedipina: in caso di pazienti in terapia con nifedipina e ranitidina, eseguire periodicamente test di controllo sull’attività miocardica (possibile aumento degli effetti cardiovascolari della nifedipina).

Somministrazione parenterale: dopo somministrazione intramuscolare di ranitidina si può manifestare dolore transitorio al sito di iniezione; dopo somministrazione endovena, prurito e bruciore.

Incompatibilità: la ranitidina non è compatibile con soluzioni contenenti fruttosio.

Nota:
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In particolare I&B autorizza e predispone la pubblicazione dei contenuti di questa sezione "Avvertenze", con licenza GFDL e CC-BY_SA, sulla pagina dell'enciclopedia libera alla Voce "Ranitidina".