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Vaccino Varicella

Varilrix, Varivax, Priorix Tetra

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Vaccino Varicella?

Copertura vaccinale: il vaccino per la varicella è risultato efficace 6 settimane dopo la prima dose nei bambini e nei ragazzi fino a 12 anni, dopo 6 settimane a partire dalla seconda dose nei ragazzi più grandi e negli adulti.

Febbre, convulsioni febbrili: la somministrazione del vaccino combinato MPRV (morbillo/Parotite/Rosolia/Varicella) è stato associato ad una maggior incidenza di febbre e convulsioni febbrilidopo 5-12 giorni dalla prima dose rispetto alla somministrazione, nella stessa seduta vaccinale del vaccino combinato MPR e del vaccino monovalente per la varicella (Agenzia Italiana del Farmaco - AIFA, 2011).

Trasmissione del virus del vaccino: sono stati riportati rari casi in cui si è avuta trasmissione del virus del vaccino da persone sane vaccinate a persone suscettibili all’infezione, persone con sistema immunitario compromesso, donne in gravidanza. A fini precauzionali pertanto, sarebbe opportuno, una volta ricevuta la vaccinazione, evitare il contato con persone che presentano un rischio elevato (deficit del sistema immunitario, gravidanza, neonati) di contrarre l’infezione per le sei settimane successive alla vaccinazione.

Pazienti immunocompromessi: pazienti con deficit del sistema immunitario che non presentano controindicazioni al vaccino per la varicella possono avere una risposta immunologica non ottimale rispetto ai pazienti con sistema immunitario normale (pazienti immunocompetenti). Una risposta immunologica non ottimale potrebbe esporre il paziente all’infezione virale nonostante la correttezza della schedula vaccinale.
Nei pazienti che presentano un certo grado di immunodeficienza non è raccomandato il vaccino combinato MPRV (morbillo/Parotite/Rosolia/Varicella) (Center for Desease Control and Prevention - CDC, 2012; Ministero della Sanità, 2012).

Leucemia acuta: la varicella costituisce una condizione di grave rischio per i pazienti con leucemia acuta, che dovrebbero pertanto essere vaccinati, se sieronegativi. La vaccinazione dovrebbe essere effettuata solo nei pazienti con remissione dei sintomi (conta linfocitaria: =/> 1200/mm3), preferibilmente dopo 6 mesi dalla remissione; non durante chemioterapia (che deve essere sospesa una settimana prima e una settimana dopo la vaccinazione) o radioterapia.

Pazienti con HIV: il vaccino per la varicella può essere somministrato dipendentemente dallo stato immunologico, se cioé la percentuale dei linfociti T CD4+ è uguale o superiore al 15% nei bambini con almeno 12 mesi e la conta dei linfociti T CD4+ uguale o superiore a 200 cell/microlitri nei bambini con almeno 8 anni e negli adulti. I dati clinici relativi alla somministrazione del vaccino per la varicella nei ragazzi e adulti con infezione da virus dell’immunodeficienza acquisita HIV sono limitati. E’ possibile che in questa classe di pazienti la risposta immunologica al vaccino sia inferiore rispetto a quella osservata nei bambini più piccoli (1-8 anni). Nonostante questo però i benefici associati alla vaccinazione possono essere superiori ai rischi connessi con l’infezione e la vaccinazione è pertanto raccomandata (Center for Desease Control and Prevention - CDC, 2012; Ministero della Sanità, 2012).
Nei pazienti con HIV, indipendentemente dall’età, il vaccino combinato MPRV (morbillo/Parotite/Rosolia/Varicella) non è raccomandato (Center for Desease Control and Prevention - CDC, 2012; Ministero della Sanità, 2012).

Pazienti trattati con immunoglobuline umane (incluso quelle per il virus varicella-zoster) o sottoposti a trasfusioni di sangue o derivati: in questi pazienti la somministrazione del vaccino per la varicella deve essere posticipato di almeno 3 mesi (scheda prodotto Varilrix) oppure 5 mesi (scheda prodotto Varivax) perchè la presenza di anticorpi acquisiti in modo passivo potrebbe ridurre l’efficacia del vaccino (Sanofi Pasteur MSD, 2013; GlaxoSmithKline, 2014).

Immunodeficienze come la syndrome di DiGeorge, infezioni gravi o ricorrenti, malattia acuta moderata/grave con o senza febbre: la somministrazione del vaccino per la varicella richiede cautela. In pazienti con malattie febbrile ricorrente o recente, la decisione di effettuare o ritardare la vaccinazione per la varicella dipende dalla causa della malattia e/o dalla gravità dei sintomi. In presenza di febbre superiore ai 38,5°C si tende a posticipare la vaccinazione.

Malattie acute minori: diarrea lieve o lieve infezione del tratto respiratorio superiore (con o senza febbre) in genere non costituiscono controindicazioni alla somministrazione del vaccino per la varicella.

Trombocitopenia, disturbi della coagulazione: nei pazienti con trombocitopenia o altri disturbi della coagulazione il vaccino per la varicella deve essere somministrato per via sottocutanea.

Terapia corticosteroidea: la somministrazione sistemica di farmaci corticosteroidei può provocare uno stato di immunodeficienza che non necessariamente costituisce una controindicazione al vaccino per la varicella. Il vaccino per la varicella può essere somministrato se la dose di corticosteroide (prednisone o analoghi) è inferiore a 2 mg/kg di peso corporeo o la dose totale è inferiore a 20 mg/die oppure se la terapia corticosteroidea sistemica ad alto dosaggio (prednisone o farmaci equivalenti: =/> 2 mg/kg/die oppure =/> 20 mg/die per più di 2 settimane) è stata sospesa da almeno 1 mese (Center for Disease Control and Prevention – CDC, 2012).
Per quanto riguarda la somministrazione di farmaci corticosteroidei per via inalatoria o topica, i dati di letteratura sulla sicurezza in pazienti trattati con il vaccino per la varicella sono limitati, ma l’esperienza clinica indica una buona tollerabilità (Center for Disease Control and Prevention – CDC, 2012).

Acido acetilsaliclico e salicilati: le persone che ricevono il vaccino per la varicella non devono usare l’acido salicilico o altri salicilati nelle 6 settimane successive alla vaccinazione (per il rischio di syndrome di Reye).

Co-somministrazione con altri vaccini: il vaccino per la varicella vivo attenuato (ceppo Oka) può essere somministrato con qualsiasi altro vaccino inattivato: in caso di vaccini parenterali, utilizzare due sedi di inoculo differenti (GlaxoSmithKline, 2014). Se il vaccino per il morbillo non può essere somministrato contemporaneamente al vaccino per la varicella, deve trascorrere almeno un mese fra le due vaccinazioni perchè il vaccino per il morbillo può temporaneamente sopprimere la risposta immunitaria cellulo-mediata. Nei pazienti ad alto rischio, non è raccomandata la somministrazione contemporanea del vaccino per la varicella con un altro vaccino vivo attenuato (GlaxoSmithKline, 2014).
Il vaccino combinato MPRV (morbillo-parotite-Rosolia-varicella) può essere somministrato con i vaccini per difterite (D), tetano (T), pertosse acellulare (Pa), epatite B (HBV), polio (IPV) e Haemophilus influenzae tipo B (Hib), monovalenti e combinati (es. DTPa, DTPa-HBV-IPV/Hib). Non è raccomandata la co-somministrazione MPRV con il vaccino per il meningococco C (Men C).

Somministrazione intradermica: il vaccino per la varicella non deve essere somministrato per via intradermica.

Reazioni anafilattiche: in caso di reazione anafilattica al vaccino per la varicella somministrare adrenalina (adrenalina 1:1000).

Gravidanza: le donne in età fertile che ricevono il vaccino per la varicella dovrebbero attendere almeno tre mesi prima di cercare una gravidanza (Ministero della Salute, 2012). Gli studi clinici sugli effetti del vaccino per la varicella in gravidanza (1° e 3° trimestre) sono limitati, non sembra comunque che la somministrazione durante il primo trimestre di gravidanza determini un aumento di anomalie congenite (Agenzia Italiana del farmaco - AIFA, 2013). L’eventuale somministrazione del vaccino per la varicella in gravidanza non dovrebbe costituire motivo sufficiente per interrompere la gravidanza stessa (Center for Disease Control and Prevention – CDC, 2011). Nelle donne che hanno appena partorito sieronegative per la varicella, il Center for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (USA) raccomanda la vaccinazione per la varicella (1° dose subito dopo il parto: 2° dose 6-8 settimane dopo il parto) (Center for Disease Control and Prevention – CDC, 2012).

Allattamento: non è noto se il virus vivo attenuato del vaccino sia escreto nel latte materno. L’Accademia americana dei Pediatri e il Center for Disease Control and Prevention (CDC) considerano possibile la somministrazione del vaccino per la varicella nelle donne che allattano non precedentemente immunizzate (Agenzia Italiana del farmaco - AIFA, 2013; Center for Disease Control and Prevention - CDC, 2012).

Conservazione: il vaccino per la varicella (polvere liofilizzata) deve essere conservato a temperatura compresa fra 2-8°C, protetto dalla luce. A temperatura ambiente il vaccino subisce rapida inattivazione. Una volta preparata, la soluzione iniettabile del vaccino può essere mantenuta a temperatura ambiente (25° C) per non più di 30 minuti, secondo quanto riportato sulla scheda tecnica della specialià medicinale Varivax, oppure per non più di 90 minuti a temperatura ambiente,e per un massimo di 8 ore a temperatura compresa fra 2-8° C, secondo quanto riportato dalla scheda tecnica della specialità medicinale Varilrix (Sanofi Pasteur MSD, 2013; GlaxoSmithKline, 2014).


Nota:
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