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Zolmitriptan

Headzol, Zomig e altri

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Zolmitriptan?

Zolmitriptan può essere prescritto solo in caso di diagnosi di emicrania o di cefalea a grappolo e, pertanto, solo dopo che sono state escluse altre patologie neurologiche potenzialmente gravi.

Uso prolungato: l’uso prolungato ed eccessivo dello zolmitriptan può portare a un peggioramento del quadro clinico; in particolare, l’abuso di farmaci per l’emicrania è stato associato alla “cefalea cronica giornaliera”, caratterizzata da un aumento della frequenza e della durata degli attacchi e dalla refrattarietà ai farmaci utilizzati per la profilassi (Diener, Katsarava, 2001).

Attività che richiedono costante attenzione e capacità di coordinamento: lo zolmitriptan può indurre sonnolenza. È necessario prestare attenzione alla guida e durante l’uso di macchinari.

Eventi cerebrovascolari: nei pazienti trattati con gli agonisti dei recettori 5-HT1B/1D (recettori della serotonina o 5-idrossitriptammina), come lo zolmitriptan, sono stati osservati ictus, emorragia cerebrale e subaracnoidea e attacco ischemico transitorio (TIA), anche fatali. In alcuni casi è possibile ritenere che tali eventi fossero primari e che lo zolmitriptan fosse stato prescritto a seguito dell’errore di considerare i sintomi connessi a un attacco di emicrania. Nei pazienti affetti da emicrania, inoltre, può aumentare il rischio di sviluppare eventi avversi a livello del sistema cerebrovascolare (Di Piero et al., 2004).

Eventi cardiovascolari: prima di assumere zolmitriptan è opportuno eseguire una valutazione cardiovascolare in quei pazienti che presentano fattori di rischio (storia familiare di malattie cardiovascolari, diabete mellito, ipertensione, fumo, obesità, dislipidemie, donne in post-menopausa e uomini di età superiore a 40 anni con i suddetti fattori di rischio). Nei pazienti con fattori di rischio cardiovascolari multipli è consigliabile eseguire un elettrocardiogramma (ECG) dopo la somministrazione di zolmitriptan. È, inoltre, consigliabile una valutazione periodica cardiologica in quei pazienti che sono utilizzatori a lungo termine di zolmitriptan. È comunque necessario considerare che, malgrado tali valutazioni, non si è sempre in grado di identificare tutti i pazienti con patologie cardiache; in alcuni casi, sebbene molto rari, anche pazienti senza alcuna patologia cardiovascolare essenziale hanno sviluppato eventi cardiaci gravi. Come con altri agonisti dei recettori 5-HT1B/1D, dopo la somministrazione di zolmitriptan sono stati descritti sintomi di dolore e sensazione di oppressione al petto, alla gola, al collo e alla mandibola. Di solito tale sintomatologia non è di origine cardiaca ed è transitoria. È consigliabile, comunque, effettuare un’adeguata valutazione medica prima di assumere ulteriori dosi di zolmitriptan.

Anomalie della conduzione cardiaca: si raccomanda di evitare la somministrazione dello zolmitriptan nei pazienti affetti da sindrome di Wolff-parkinson-White sintomatica o da aritmie dovute ad altre patologie a carico della conduzione cardiaca. Sono stati riportati casi di disturbi del ritmo cardiaco, inclusa fibrillazione ventricolare anche mortale a poche ore dall’assunzione di zolmitriptan e agonisti dei recettori 5-HT1.

Pressione arteriosa: in pazienti con o senza storia di ipertensione in seguito all’assunzione di zolmitriptan ci sono stati casi di aumento transitorio della pressione arteriosa, sebbene raramente associati a conseguenze significative. Il 26% dei 27 pazienti partecipanti a uno studio clinico, dopo aver assunto 10 mg di zolmitriptan, ha avuto un incremento di 20-80 mmHg della pressione sistolica e diastolica.

Iperico: la co-somministrazione di triptani ed erba di San Giovanni (Hypericum perforatum, iperico) può causare un aumento dei livelli di serotonina (5-idrossitriptammina) e un aumento del rischio di effetti avversi (Henderson et al., 2002).

Terapia con SSRI/SNRI: l’assunzione di farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o inibitori della ricaptazione di serotonina e norepinefrina (SNRI) insieme allo zolmitiriptan può provocare sindrome serotoninergica. Tale sindrome comporta alterazione dello stato mentale con confusione, allucinazioni, instabilità autonomica del ritmo cardiaco, ipertermia maligna, nausea, vomito, sudorazione e anomalie neuromuscolari, e richiede una terapia di supporto adeguata. Per questo motivo si consiglia di monitorare attentamente il paziente in caso di co-somministrazione (Evans et al., 2010). La fluoxetina (SSRI) non ha provocato alcuna interazione farmacocinetica con zolmitriptan (Stockley's Drug Interactions, 2002). In uno studio pubblicato nel 2018 che ha analizzato i dati relativi a più di 19mila pazienti trattati con SSRI o SNRI e triptani, l’incidenza di sindrome serotoninergica è risultata un evento raro, pari a 0-4 casi per 10mila persone anno di esposizione a triptani e antidepressivi (SSRI o SNRI) (Orlova et al., 2018).

Gravidanza: dagli studi condotti sugli animali lo zolmitriptan è risultato embriotossico, ma non si conosce il suo effetto sugli umani.
Considerando che i triptani studiati per l’utilizzo in corso di gravidanza (naratriptan, rizatriptan, sumatriptan) riportano un aumento dell’incidenza di parti prematuri o di ridotto peso alla nascita, si consiglia di utilizzare lo zolmitriptan durante la gravidanza solo nel caso in cui i benefici superino i potenziali rischi per il feto (Soldin et al., 2008).

Allattamento: non è noto se il farmaco sia secreto nel latte materno umano, ma è stata osservata la sua presenza nel latte materno di ratto. A scopo cautelativo si consiglia di evitare l’allattamento al seno nelle 24 ore che seguono l’assunzione di zolmitriptan, al fine di minimizzare l’esposizione del farmaco ai neonati.

Popolazione pediatrica: controversi sono i dati in letteratura rispetto all’efficacia dello zolmitriptan in età pediatrica. Diversi studi che hanno coinvolto bambini e adolescenti hanno osservato un’efficacia dello zolmitriptan rispetto al placebo (Vollono et al., 2011).
Uno studio clinico multicentrico, randomizzato, controllato con placebo su pazienti adolescenti affetti da emicrania (171 pazienti, età media 14,2 anni, 57,3% femmine) ha dimostrato una buona efficacia della somministrazione intranasale dello zolmitriptan, associata a un tasso accettabile di reazioni avverse, (Lewis et al., 2007).
Invece la somministrazione di zolmitriptan in compresse (2,5 mg, 5 mg e 10 mg) in uno studio clinico randomizzato controllato con placebo, condotto su 696 pazienti affetti da emicrania di età compresa tra 12 e 17 anni, non è risultata efficace rispetto al placebo; gli effetti collaterali, invece, sono risultati in questo caso simili sia nella gravità sia nella frequenza a quelli riportati negli adulti, aspetto confermato anche dalla sorveglianza post-marketing.
Inoltre è stata condotta una revisione sistematica di 27 studi clinici randomizzati che hanno valutato l’utilizzo di vari farmaci, tra cui lo zolmitriptan, in bambini e adolescenti Secondo questa revisione i triptani sono efficaci nella risoluzione del dolore dovuto all’emicrania, ma sono associati a una frequenza elevata di lievi reazioni avverse (Richer et al., 2016).
Pertanto si raccomanda di non somministrare zolmitriptan a pazienti di età inferiore a 12 anni e, per i pazienti di età superiore a 12 anni, di somministrare zolmitriptan per via intranasale.

Popolazione geriatrica: gli studi clinici finora eseguiti non hanno arruolato un numero sufficiente di pazienti di età superiore ai 65 anni per poter definire con certezza la sicurezza e l’efficacia del farmaco in questa classe di pazienti. L’esperienza clinica, comunque, non ha riconosciuto differenze significative tra pazienti anziani e più giovani nel profilo farmacocinetico e farmacodinamico. Si consiglia, comunque, di rispettare gli aggiustamenti posologici in considerazione della funzionalità epatica, renale e cardiaca e in relazione alle possibili interazioni con i farmaci già in uso.

Lattosio: le compresse di zolmitriptan possono contenere lattosio. I pazienti intolleranti non dovrebbero assumere questo medicinale.


Nota:
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