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Litio

Carbolithium e altri

Farmacocinetica - Qual รจ il profilo farmacocinetico di Litio?

La farmacocinetica del litio varia notevolmente da un paziente all’altro (variabilità interindividuale), mentre nell’ambito del medesimo paziente non subisce modificazioni di rilievo a meno che insorgano malattie caratterizzate dalla perdita di sodio o da riduzione della volemia (in caso di disidratazione si verifica un aumento del riassorbimento del litio).

Un aumento della concentrazione di sodio accresce infatti l’eliminazione di litio e, viceversa, la deplezione di sodio la riduce provocando di conseguenza un aumento delle concentrazioni plasmatiche del farmaco: questo può risultare pericoloso poiché il litio possiede un basso indice terapeutico. La concentrazione plasmatica terapeutica del litio è intorno a 0,5-1,2 mmoli/L, mentre concentrazioni superiori risultano tossiche. In alcuni pazienti possono essere tossiche anche concentrazioni pari a 1 mmoli/L. È quindi necessario determinare i livelli plasmatici del litio per evitare l’insorgenza di gravi effetti collaterali.

Dopo somministrazione orale il litio viene rapidamente e quasi completamente assorbito nel tratto gastrointestinale. La somministrazione di una dose orale di 300 mg comporta livelli plasmatici (litiemia) compresi fra 0,2-0,4 mEq/L.

Biodisponibilità: 95-100% (litio carbonato); 60-90% (litio carbonato a lento rilascio); 100% (litio citrato); 80-90% (litio solfato a lento rilascio).

Picco plasmatico: 0,4-0,9 mEq/L; (litio carbonato).

Tempo di picco plasmatico: 0,5-3 ore (litio carbonato); 4-12 ore (litio carbonato a lento rilascio); 15-60 minuti (litio citrato); 4 ore (litio solfato a lento rilascio).

Concentrazioni di litio comprese fra 0,6 e 1 mmoli/L sono efficace nel prevenire le crisi maniaco-depressive ricorrenti (Gelenberg, 1989); concentrazioni superiori, pari a 0,9-1,2 mmoli/L sono invece necessarie per il controllo della mania acuta.

Vd: 0,7-0,9 L/kg (equivalente al volume dei liquidi corporei).

Il litio non si lega alle proteine plasmatiche, si distribuisce in tutti i tessuti e liquidi dell’organismo secondo un modello di distribuzione a più compartimenti (compartimento extracellulare e compartimento intracellulare). I movimenti fuori del compartimento extracellulare sono più rapidi (inizialmente si diffonde in questo compartimento), mentre quelli verso e dal compartimento intracellulare sono più lenti e spiegano il tempo di latenza agli effetti tossici del litio a livello del sistema nervoso centrale e il prolungarsi di tali effetti in caso di tossicità cronica.

Il litio permea la placenta e viene escreto nel latte materno.

L’emivita dello ione negli adulti è compresa tra 18-24 ore durante il giorno, ma aumenta di notte. Negli anziani (età > 65 anni) è di 30-36 ore. In pazienti con funzionalità renale normale l’emivita iniziale del litio è di 0,8-1,2 ore mentre l’emivita terminale è di 20-27 ore; aumenta nei pazienti con funzionalità renale alterata.

L’80% del litio filtrato dai glomeruli è riassorbito dal tubulo renale non solo a livello del tubulo prossimale ma anche a livello del ramo ascendente dell’ansa di Henle (Jefferson,1979).

La clearance del litio (tra 15 e 30 ml/min) è pari a circa il 20% di quella della creatinina, si abbassa nei pazienti anziani a 10-15 ml/min mentre è più elevata in soggetti giovani. Nei pazienti anziani la riduzione fisiologica della clearance della creatinina si riflette nella riduzione della clearance renale del litio.

La clearance del litio non risulta correlata alla clearance della creatinina ma al peso corporeo, tende ad aumentare cioè con il peso del paziente (i pazienti obesi presentano valori di clearance maggiori rispetto ai pazienti normopeso: 33,9 vs 23 ml/min) (Reiss et al., 1994). Ne consegue che i pazienti obesi richiedono dosi di mantenimento di litio più elevate dei pazienti normopeso.

Circa il 95% di una dose singola di litio viene eliminata con le urine (in forma immodificata). Circa il 30-60% di una dose è escreta in circa 6-12 ore; la restante parte viene eliminata molto più lentamente per effetto della distribuzione tissutale del farmaco. Meno dell’1% viene eliminato con le feci, il 4-5% mediante traspirazione.